Dove va la professione del pizzaiolo?

PARLIAMO DEL MONDO PIZZA:
1. I pizzaioli sono tutti concentrati sui campionati europei, del mondo, olimpiadi, ma nessuno vuole impegnarsi a difendere seriamente la professione di PIZZAIOLO.
2. Tutti si definiscono ISTRUTTORI, FORMATORI, CONSULENTI, chi più ne ha più ne metta, ma nessuno vuole sedersi intorno ad un tavolo per codificare la PIZZA ITALIANA. Per parlare dei problemi del settore, per affrontare tutti insieme un cammino in difesa del comparto pizzeria artigianale
3. Qualcuno parla di una IDIOZIA come la patente del pizzaiolo. Nel frattempo il governo da la possibilità ai contadini di fare pane, pizza ecc.
4. Le aziende del settore vanno a nozze con questa situazione creatasi per l’ignoranza degli operatori chiamati “pizzaioli”
5. Gli stessi napoletani stanno facendo questione su come utilizzare la nuova normativa sulla PIZZA NAPOLETANA STG
6. Aziende del settore come Molini e altri si sono autonominati cultori assoluti del comparto pizzeria. Con le università della pizza e altri si credono i detentori del sapere. E i pizzaioli ignoranti si avvicinano a questo modo di essere, o vogliono fregiarsi di qualche pizzino. PURTROPPO
Il nostro mondo si muove in questo senso, però i pizzaioli parlano di qualità della pizza.

  1. Ma dove sta la qualità se il molino compra il grano sui mercati internazionali la cui provenienza è mondiale?
  2. Di quale qualità si parla se le aziende spingono i pizzaioli a consumare farine di forza che non sono assolutamente Italiane e provengono da ogni parte del globo?
  3. Di quale qualità si parla se il pomodoro per il 35% è d’importazione e non si sa da quali territori arriva?
  4. Di quale qualità si parla se il pizzaiolo cerca sempre la mozzarella a poco prezzo e il latte è contingentato e i problemi legati alle sofisticazioni sono sotto gli occhi di tutti?
  5. Di quale qualità parliamo se come ci riferiscono i midia a Milano i gestori di pizzerie sono in numero maggiore quelli extra comunitari da quelli italiani?
  6. Di quale qualità parliamo se non siamo capaci di imporci con il nostro mestiere per consumare solo prodotti italiani certificati, di costringere le aziende a fornire solo quello che ci serve e della qualità che vogliamo?
  7. Di quale qualità parliamo se non siamo capaci di interloquire con il mondo politico, economico, sociale, sindacale?
  8. Di quale qualità parliamo se non siamo capaci di costringere i nostri delegati, siano essi: sindacali, politici, oppure amministrativi a risolvere le problematiche del nostro settore?

Mentre il governo apre (giustamente) a concorrenza settori che per secoli sono stati protetti. Vedi la possibilità conferita agli agricoltori di vendere il pane, la pizza ecc.. Questa categoria di lavoratori, VERI che da sempre ci forniscono nel bene e nel male il sostentamento alimentare, saranno in grado (se vogliono raccogliere la sfida) di produrre con qualità assoluta perché solo loro possono conferire al prodotto pizza il valore aggiunto che rappresenta il territorio. La vera filiera corta in quanto potranno produrre, trasformare e vendere.
E I PIZZAIOLI? Quelli blasonati, pieni di coppe o attestati rappresentativi di altrettante iniziative in tal senso? Cosa ci faranno di questi segni di riconoscimento quando non ci sarà più lavoro?
E ORA DI CAMBIARE, DI CRESCERE, DI UNIRSI, DI ABBANDONARE QUELLA PRESUNZIONE IPOCRITA CHE REGNA NEL NOSTRO MONDO PER DARE UN NUOVO IMPULSO AD UN PRODOTTO “LA PIZZA” CHE CI HA FATTO E CI DOVRA' FAR VIVERE BENE SEMPRE.

Se questo è il mondo della pizza dove ho sempre lavorato,
VOGLIO ESSERE CONTADINO E' PIU' DIGNITOSO
Renato Andrenelli