PIZZA NAPOLETANA, PATRIMONIO UNESCO

PATRIMONIO UNESCO

(ANSA) - ROMA, 7 DIC - "L'arte del pizzaiuolo napoletano è patrimonio culturale dell'Umanità Unesco". Lo annuncia il Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina su Twitter. "Vittoria! Identità enogastronomica italiana sempre più tutelata nel mondo", sottolinea. Dopo 8 anni di negoziati internazionali, a Jeju, in Corea del Sud, voto unanime del Comitato di governo dell'Unesco per l'unica candidatura italiana, riconoscendo che la creatività alimentare della comunità napoletana è unica al mondo.

COMPLIMENTI AI PIZZAIOLI NAPOLETANI.

Nonostante le divergenti opinioni personali, i pizzaioli napoletani, si sono stretti in un progetto che ha valorizzato la territorialità del prodotto pizza.

BRAVI VERAMENTE BRAVI.

Noi dell’Associazione Pizzaioli Marchigiani da sempre perseguiamo la volontà di unire la categoria dei pizzaioli, nonostante le divergenze di opinioni, le tradizioni territoriali, i diversi atteggiamenti culturali nei confronti del prodotto Pizza.
I pizzaioli italiani dovrebbero prendere ad esempio i pizzaioli napoletani i quali, sicuramente non tutti hanno le medesime idee in merito: alla gestione, produzione e vendita di pizza nelle pizzerie. Loro però, hanno avuto il coraggio di essere uniti in un progetto che, nel senno del poi, possiamo dire che li hanno portati molto lontano.
Da oggi saranno gli unici che potranno vantarsi di aver dato grande dignità al PIZZAIOLO e alla PIZZA NAPOLETANA.
Continuo a chiamare Pizza napoletana un prodotto che rappresenta una Regione, virtuosa, in termini di attaccamento al territorio e al prodotto che da sempre la rappresenta.

Ma le altre Regioni Italiane cosa stanno facendo?

L’arte del pizzaiolo napoletano e la pizza napoletana non rappresentano l’ITALIA ma un territorio italiano, i cui abitanti sono stati particolarmente attivi affinché questo obiettivo si realizzasse.

E LA PIZZA ITALIANA?

Anche l’arte del pizzaiolo italiano potrebbe diventare Patrimonio immateriale dell’Unesco non credete? Per questo obiettivo sono necessari anni (come per i napoletani) ma soprattutto ci vuole definire e codificare qual’è l’ARTE e VERA PIZZA ITALIANA e qual è il procedimento per realizzarla, che deve essere fatta con prodotti italiani, tecniche e tecnologie puramente italiane. Invece di insegnare a tutto il mondo come fare la pizza in modo generico sarebbe necessario aprire un tavolo di lavoro aperto a tutta la filiera del mondo pizza per codificare l’arte del pizzaiolo italiano e certificare come si realizzano le PIZZE REGIONALI E LA PIZZA ITALIANA.

PERCHE’ UN TAVOLO DI LAVORO?
Dovremmo essere più nazionalisti e promuovere e innovare per valorizzare il prodotto italiano VERO, non quello che passa per italiano che è composto con materie prime che provengono dall’estero. Mi riferisco principalmente alla farina (e non solo) oggi realizzata con grani provenienti da ogni parte del mondo. Facile è, per i molini, acquistare grano dove si vuole e non dialogare tra le categorie che compongono la filiera della produzione. Facile acquistare a prezzi nettamente più bassi il grano proveniente da territori che non rappresentano quello italiano.
Se si continua in quest’atteggiamento verso il mercato globale, poi non ci si può arrabbiare se altri paesi ci copiano e falsificano i nostri prodotti agroalimentari

Serietà, tecnologia, innovazione e amore per la nostra bellissima ITALIA potrebbero fare quella differenza che salverebbe l’agroalimentare italiano dando la possibilità a tutta la filiera di esportare la vera cultura italiana, mostrando al mondo qual‘è l’arte dei pizzaioli italiani e della vera pizza italiana .
Renato Andrenelli